UN BENE COMUNE SCOMPARSO
La realtà in questi giorni ci presenta un vuoto dato dalla triste scomparsa di un immobile che per 300 anni ha vegliato sulla piazza e sul Castello medievale di Sulbiate.
Ai tanti concittadini che hanno vissuto questo evento come la liberazione della via Fermi dall’ingiusto senso unico, ricordiamo che questo “rudere” è stata la casa di tanti contadini e di tante famiglie che hanno fatto la storia del nostro paese. Ricordiamo che la soluzione del totale abbattimento di quelle mura è figlia dell’interesse privato volto a non sprecare soldi per conservare le parti ancora recuperabili che sicuramente esistevano.
SONO SCOMPARSI AI NOSTRI OCCHI per miseri motivi economici, quei materiali e quelle pietre e quei manufatti che sono segno della nostra memoria comune.
Gli amministratori pubblici che hanno permesso questa soluzione hanno la responsabilità di non avere curato l’interesse pubblico diffuso di Sulbiate e dei sulbiatesi, favorendo l’interesse di pochi privati che per anni hanno perseguito questo obiettivo che oggi hanno raggiunto grazie ad una giunta debole e incapace di darsi obiettivi alti.
UN’INTERVISTA BEFFARDA
A completare la frittata, leggiamo dalla cronaca giornalistica, sul Giornale di Vimercate del 19 febbraio, l’intervista alla proprietà “Muschio Allegro srl” che dopo avere imposto al Sindaco questa soluzione estremista dell'abbattimento totale (che fa solo l’interesse del privato) dichiara che il progetto pubblico di recupero del 2012 - QUELLO CESTINATO DALLA GIUNTA E DISPREZZATO COME “SPRECO DI DENARO PUBBLICO” - sta ispirando il loro nuovo progetto che fra poche settimane devono presentare per la ricostruzione dell’immobile e della piazza.
Il privato confida al giornalista di avere analizzato attentamente il progetto bocciato dalla Giunta Della Torre e arriva perfino ad auspicare che le soluzioni proposte e suggerite al Comune dall'Arch. Bonicelli nel 2012 “POTREBBERO ESSERE IL PUNTO DI INCONTRO NELLA TRATTATIVA CON L'ATTUALE GIUNTA”.
Il privato comunica al giornalista i punti forti delle loro idee che porteranno nella trattativa:
1) che la Piazza potrebbe essere come quella progettata 7 anni or sono: con parcheggi e transito verso la parte nuova a sud con la piazza pedonale sul lato nord recuperato e conservato;
2) che proprio come in quella proposta la struttura recuperata potrebbe ospitare servizi di ristorazione (con B&B).
3) Infine come prescrive la Soprintendenza, al contrario di come avrebbe voluto il vicesindaco lo scorso anno, che non pensano affatto di fare box sotterranei perché costa troppo.
QUINDI LA BEFFA E’ CHE IL PRIVATO TRATTA PER ATTUARE IL PROGETTO PUBBLICO DEL 2012
NOI CHIEDIAMO UNA SOLUZIONE DIGNITOSA
La Giunta può ancora riscattarsi da questo pasticcio
REALIZZANDO LA RICOSTRUZIONE FEDELE DELL’IMMOBILE DISTRUTTO.
SOLO IN QUESTO MODO saranno rispettate le indicazioni della Soprintendenza sulla conservazione che per molte cause concomitanti non sono state attuate dal 2012 in avanti.
SOLO IN QUESTO MODO ai sulbiatesi verrà restituito un ambito storico che ricostruisce fedelmente la parte distrutta e unitamente alla parte est dei portici ancora esistente e in buone condizioni, al Castello, alla piazza, alla chiesa di sant’Ambrogio e alla via Fermi riportata alla sua configurazione storica, potremo ancora conservare nel futuro la memoria del nostro passato.
Sarebbe veramente molto triste prendere atto dell’insensibilità di una Giunta che non comprende il valore di questa ricostruzione fedele rispetto alla realizzazione di un B&B anonimo appoggiato alla struttura storica e prospiciente al Castello e alla sua piazza. Non vorremmo prendere atto che la proprietà privata prende ispirazione da questo progetto pubblico mentre il Comune - che lo ha commissionato e ne è proprietario dal 2012 - lo disprezza fino a cestinarlo. Queste sono le immagini che ci ha prospettato l'architetto Bonicelli quando, nel 2012 per conto della Giunta Crespi, studiò questo comparto storico straordinario; erano e sono le proposte possibili per realizzare il recupero.
Abbiamo informato la Soprintendenza di questa situazione e del mancato rispetto delle loro disposizioni del 2015. Segnaleremo in ogni sede Istituzionale i responsabili di queste scelte distruttive del patrimonio storico della nostra comunità, dei nulli tentativi di recupero almeno parziale e - speriamo di sbagliarci - della mancata volontà di imporre la ricostruzione fedele.
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