FRA IL DIRE E IL FARE …
ci sono di mezzo le regole e l'interesse pubblico
Riportiamo le recenti dichiarazioni pubbliche del Vicesindaco e del Sindaco:
del 02/02/2018 quando il Vicesindaco comunicò in assemblea pubblica con tanto di slide proiettate:
“abbiamo condiviso con la proprietà che costa troppo conservare l’immobile sul quale non è vero che ci sono vincoli, valuteremo nei prossimi giorni un progetto che prevede 18 box sotterranei con rampa di accesso dalla piazza”
del 27/02/2018 quando il Sindaco, nonostante avesse già ricevuto il 13/02/18 la nostra diffida LEGGI dal mettere in atto la volontà di abbattere, rilascia un'intervista al Cittadino che cita decisioni già prese:
“non siamo palazzinari e la decisione di voler trovare un accordo per l’abbattimento dell’edificio non è stata presa a cuor leggero, non essendoci vincoli e vista la condizione di pericolo dell’edificio abbiamo valutato che la soluzione migliore fosse quella dell’abbattimento”
INVECE ... il 09/03/2018 ci perviene una nota del Vicesindaco scritta in perfetto burocratese, nella quale "si intende significare" una clamorosa retromarcia LEGGI
Il Vicesindaco deve prendere atto della nostra DIFFIDA dal mettere in pratica i loro propositi di abbattimento dell’immobile di piazza Castello e con una lettera dal linguaggio burocratico si rimangia tutto e adesso informa noi, la Soprintendenza e il Prefetto che “intendeva significare” tutt’altro di quello che avevano dichiarato. Una chiara mossa da paracu....
In poche parole si sono resi conto che non possono fare quello che gli pare e che il mese scorso hanno raccontato alla gente la pochezza delle loro fantasie senza neppure preoccuparsi di verificare prima se ne avevano la possibilità tecnica e normativa.
Pare comunque di leggere tra le righe che cercheranno di modificare gli attuali strumenti urbanistici (quelli approvati dalla nostra amministrazione) che impediscono l’abbattimento per fare in modo di continuare ad aiutare il “povero immobiliarista privato” a fare crollare l’immobile senza costringerlo ad intervenire per proteggere, mettere in sicurezza e conservare la struttura. Questo sarebbe molto grave perché il privato ha comprato un immobile che già era soggetto a norme (definite dal Comune ma dettate dalla Soprintendenza) che ne richiedono la conservazione e una eventuale scelta di modificare le regole per consentire l'abbattimento per motivi economici o per il degrado causato dalla colpevole incuria della stessa proprietà, sarebbe un atto che va contro l'interesse pubblico.
Naturalmente noi faremo di tutto per impedire i loro propositi distruttivi e per salvare l’immobile storico.
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