A seguito degli articoli de “il cittadino” dal
titolo “guerra del mattone” del 18 gennaio che mettono in evidenza il contrasto
fra i Comuni e la Provincia, è necessario mettere in evidenza l’irrazionalità
del nostro sistema burocratico e normativo che costringe i vari livelli
amministrativi pubblici a battaglie legali l’un contro l’altra.
Sgombriamo il campo dall’equivoco principale: tutti
concordano che la Brianza è edificata al 51% del suo territorio e deve essere
protetta dal nuovo cemento, la guerra legale in corso fra comuni e provincia
non è pro o contro il mattone, bensì riguarda vere e proprie azioni irrazionali
messe in atto dalla burocrazia provinciale di Monza e Brianza che sconvolgono
la coerenza e gli atti della pianificazione territoriale locale definita dopo
il 2000 dal Comune di Sulbiate con molti ed espliciti atti di approvazione da
parte delle Province di Milano e di Monza e della Regione.
In sintesi a Sulbiate i fatti dell’ultimo decennio
per il governo del territorio sono i seguenti:
a) 2000/2001 - Regione e Provincia di Milano ci
impongono Pedemontana e Ferrovia: quasi 3 chilometri di transito a occupare
circa il 10% del territorio comunale;
b) 2002/2004 - il Comune (giunta: lista civica
orientata a sinistra) inserisce nel Piano Regolatore Generale le grandi
infrastrutturali e concede molti diritti edificatori sia residenziali che
industriali/commerciali;
c) 2007/8 -
la nuova amministrazione di Sulbiate Insieme, per mitigare gli effetti del PRG
(che aveva combattuto) realizza subito il PGT previsto dalla nuova legge
regionale 12/2005; una pianificazione
più razionale dei diritti (non rimuovibili) concessi nel PRG finalizzata a
proteggere l’abitato dalla Pedemontana prevedendo fasce verdi di protezione
(per 400 mila metri quadrati) interposte alle residenze
d) 2009 -
la nuova provincia di Monza visiona a più riprese il PGT definitivo (già
giudicato conforme al PTCP dalla prov. di Milano) anche emettendo vari
provvedimenti di approvazione; in molte occasioni di discussione del nuovo PTCP
sono stati comunicati a tecnici e assessori provinciali gli errori di
impostazione che prevedevano “verde strategico” su aree già edificate,
convenzionate o identificate come edificabili, sempre ricevendo assensi circa
le correzioni di errori tecnici.
Due Sindaci e un Commissario Prefettizio hanno
presentato osservazioni dettagliate su errori tecnici e scelte in contrasto a
precedenti atti pubblici e privati.
Il risultato finale è deludente: la provincia di
Monza ha ignorato l’azione e la documentazione prodotta nel corso di tre anni da due Sindaci e un Commissario Prefettizio (il
Vice Prefetto di Monza), ha ignorato gli atti emessi dai suoi stessi uffici
provinciali e non ha considerato i pareri della precedente Provincia di Milano
(fino al 2009) e della Regione così calando dall’alto il suo PTCP che, per
Sulbiate, è un atto che distrugge letteralmente il territorio, il suo
equilibrio stabilito e condiviso con cura e precisione dalle procedure di PGT
su tutti i versanti sociali, territoriali ed economici.
Il metodo adottato dalla Provincia è tanto
insensato che non poteva essere distruttivo solo per la comunità di Sulbiate.
Infatti la Provincia ha raccolto il record di 103
ricorsi fra i quali spiccano 10 Comuni, una società pubblica e persino
Confindustria.
Il caso di Sulbiate se possibile ha un’aggravante
che è incredibile per una società che vuole essere “civile” e fondata sul
“diritto”: il nostro PGT esisteva già dal 2008 cioè prima della nascita nel
2009 della provincia di Monza, la gran parte degli altri Comuni ricorrenti
avevano la possibilità di adeguare ai voleri provinciali i loro PGT non ancora
formati e approvati , ma per Sulbiate ciò era tecnicamente impossibile.
Il risultato di tutto ciò è riassunto nella parte
finale del nostro ricorso al TAR:
“Gravissimo – quindi – è il pregiudizio inferto non
solo alla sfera di autorevolezza dell’amministrazione comunale, le cui
legittime decisioni pianificatorie sono state poste nel nulla in modo
illegittimo, creando anche sconcerto nella cittadinanza, ma anche alla stessa
sfera operativa ed alla vita amministrativa locale, poiché le decisioni
provinciali finiscono per sostituirsi impropriamente a dettare direttive anche
per la gestione amministrativa dell’ente locale.”
Confidiamo che il Giudice amministrativo possa
restituire a Sulbiate le sue decisioni cancellando la serie di errori e
prevaricazioni compiute dalla nostra Provincia ai danni dei loro amministrati.
Facciamo salvi i buoni propositi della provincia
sul PTCP e le intenzioni sui contenuti, ma non ci capacitiamo come possa essere
stato possibile che tutti i livelli di responsabilità tecnica e politica della
provincia abbiano inanellato questa serie di delibere erronee e in piena
contraddizione a propri precedenti atti.
Infine riteniamo corretto affiancare a queste
considerazioni, molto critiche verso la Provincia, l'attestazione di stima che il
Comune di Sulbiate deve riconoscere alla stessa Provincia di Monza per
l'attività di capofila del progetto di restauro della ex-filanda "la
fabbrica del saper fare" a supporto del nostro Comune.
Un progetto di
valorizzazione del territorio periferico della provincia che riteniamo
straordinario e condotto con "visione innovativa" dagli assessorati
competenti e con grande professionalità dai funzionari e dagli uffici
provinciali.