Riportiamo l'appello proposto dal quotidiano on line "La Nuova Bussola Quotidiana" per la sottoscrizione all'appello per bloccare la legge contro l'omofobia.
Leggendo l'appello diventano chiare quale sarebbero le conseguenze in caso di approvazione di questa legge.
Vorremmo evitare il caso della persona arrestata in Francia per aver manifestato contro l'introduzione nell'ordinamento francese del matriomonio gay.
Di seguito, inoltre, il Manifesto di Alleanza Cattolica
Di fronte a proposte di legge che
vogliono introdurre anche in Italia un riconoscimento giuridico delle unioni di
fatto, anche omosessuali, e le norme cosiddette anti-omofobia, Alleanza
Cattolica ricorda cinque punti fermi, da cui nessun dibattito può prescindere.
Alleanza Cattolica, come associazione ecclesiale, si rivolge anzitutto ai
cattolici, ma sa che sono in gioco principi e valori generali, che chiunque può
riconoscere sulla base della ragione. Solo un fronte ampio di amici della
famiglia, credenti e non credenti, potrà ostacolare queste proposte. Alleanza
Cattolica non rivendica primogeniture, ma si mette a disposizione di quanti
vogliano battersi per la difesa della famiglia, per il momento offrendo la sua
disponibilità per incontri e conferenze su questi temi, dal circolo culturale e
dalla parrocchia fino a incontri privati tra famiglie.
1. Riconoscere le unioni di fatto, comprese quelle omosessuali,
danneggia la famiglia
"La famiglia non può essere umiliata e
indebolita da rappresentazioni similari che in modo felpato costituiscono un
vulnus progressivo alla sua specifica identità, e che non sono necessarie per
tutelare diritti individuali in larga misura già garantiti
dall’ordinamento" (Cardinale Angelo Bagnasco, Discorso all'Assemblea
Generale dei Vescovi italiani, 21 maggio 2013). Lo stesso cardinale Bagnasco ha
ricordato che deve considerarsi tuttora vincolante per i cattolici la Nota a
riguardo della famiglia fondata sul matrimonio e di iniziative legislative in
materia di unioni di fatto della Conferenza Episcopale Italiana del 28 marzo
2007, dove si legge: "Riteniamo la legalizzazione delle unioni di fatto
inaccettabile sul piano di principio, pericolosa sul piano sociale ed
educativo. Quale che sia l’intenzione di chi propone questa scelta, l’effetto
sarebbe inevitabilmente deleterio per la famiglia". L’obiettivo di
risolvere alcuni problemi pratici dei conviventi è "perseguibile
nell’ambito dei diritti individuali, senza ipotizzare una nuova figura
giuridica che sarebbe alternativa al matrimonio e alla famiglia e produrrebbe
più guasti di quelli che vorrebbe sanare".
A differenza dei diritti individuali dei singoli
conviventi, che in Italia non sono il problema, perché – appunto – sono
"in larga misura già garantiti dall’ordinamento", le unioni civili
introdotte dalle varie proposte di legge presentate in questa legislatura sono
precisamente quelle "rappresentazioni similari" alla famiglia che, in
quanto umiliano e indeboliscono la famiglia tradizionale, non possono essere in
alcun modo accettate.
In particolare, "nel caso in cui si proponga
[...] un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni
omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere
chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di
legge. Concedere il suffragio del proprio voto ad un testo legislativo così
nocivo per il bene comune della società è un atto gravemente immorale" (Congregazione
per la Dottrina della Fede, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento
legale delle unioni tra persone omosessuali, 3 giugno 2003).
2. Le unioni civili non sono l'alternativa, sono l'apripista per il
matrimonio e l'adozione omosessuali
A chi, pure d'accordo in linea
teorica con la critica delle proposte di legge, ritiene di dovere proporre le
unioni civili come un "male minore" rispetto al "male
maggiore" rappresentato dal matrimonio e delle adozioni omosessuali,
facciamo osservare che l’esperienza di tanti Stati, a partire dalla Francia e
dalla Gran Bretagna, mostra che le leggi sulle unioni civili non sono
un’alternativa ma l’apripista alle leggi sul matrimonio e le adozioni
omosessuali. Prima si fa passare la legge sulle unioni civili – magari
"venduta" agli oppositori come alternativa a quella sul matrimonio e
le adozioni – e dopo qualche anno si trasformano le unioni civili in matrimoni,
con conseguente possibilità di adozione.
3. Le proposte anti-omofobia mettono in pericolo la libertà di espressione
e di religione
L’introduzione del delitto o
dell’aggravante della omofobia viene presentata come uno strumento di lotta
contro la violenza e le aggressioni. Ma il nostro ordinamento punisce già,
senza distinzioni, ogni aggressione all’integrità della persona e alla sua
sfera morale, e in più contiene le aggravanti dei "motivi abietti" e
del profittare delle condizioni di debolezza della vittima. Tali circostanze,
per pacifica e antica giurisprudenza, comprendono le situazioni in cui la
condotta è realizzata allo scopo di offendere, a causa dell’orientamento
sessuale, la dignità della persona. La previsione di nuovi reati o aggravanti
di questo tipo è rischiosa per la libertà dei cittadini, poiché impone uno
scandaglio dei moventi intimi, talora inconsci, che stanno alla base delle
azioni umane. Da un concetto così esteso deriva uno spazio enorme di intervento
penale, che rischia di mettere in pericolo sia la libertà di espressione del
pensiero sia la libertà religiosa. Il rischio di procedimenti penali sorgerebbe
a fronte di qualsiasi giudizio critico, sul piano scientifico, etico ed
educativo, di determinati orientamenti sessuali; o di qualsiasi dottrina
religiosa, o espressione educativa, che sostenga la contrarietà al diritto
naturale degli orientamenti sessuali diversi da quello eterosessuale.
4. La legge naturale e il senso comune non valgono solo per i cattolici
A chi afferma che si tratta di
principi che valgono per i cattolici, ma non si possono imporre in uno Stato
laico ai non cattolici e ai non credenti, rispondiamo che il carattere nocivo
di queste leggi si deduce dall'esperienza, dal buon senso e dai principi della
legge naturale, da cui la legge positiva non può allontanarsi se vuole essere
vera legge, i quali – in quanto riconoscibili dalla ragione – s'impongono a
tutti a prescindere dalla fede e dall'appartenenza religiosa, e da tutti
chiedono di essere rispettati.
5. Considerare la marcia verso le unioni omosessuali come
"irreversibile" significa essere vittime del mito illuminista del
progresso
A quei cattolici e a quegli amici
della famiglia tentati dallo scoraggiamento e convinti di stare combattendo una
battaglia moralmente necessaria ma di retroguardia, di battersi per onore di
firma ma senza possibilità di vincere, perché il "senso della storia"
è un altro, vogliamo dire che non possiamo accettare il mito illuminista di una
storia lineare, pilastro della dittatura del relativismo, il quale presenta la
verità come figlia del tempo e certi processi come irreversibili. La storia non
ha nessun senso umano predeterminato e necessario, le battaglie le vincono e le
perdono gli uomini e le donne, e per il cristiano nessuna vittoria del male è
ineluttabile o irreversibile. Chi pensa diversamente è vittima, per dirla con
Papa Francesco, di quella "mondanità spirituale" che perde la fiducia
in Dio e segue le vie e il consenso del mondo, e di quella disperazione storica
che, come non si stanca di spiegarci il Pontefice, viene molto spesso dal
diavolo.
Roma, 17 giugno 2013
Festa di San Ranieri di Pisa
I matrimoni tra omosessuali sono ammessi nei seguenti “paesi cristiani”:
RispondiElimina2001 Paesi Bassi
2003 Belgio
2005 Spagna.
2005 Canada.
2008 Norvegia
2009 Svezia
2009 Distretto di Città del Messico
2010 Portogallo
2010 Islanda.
2010 Argentina
2012 Danimarca
2012 Francia
2013 Nuova Zelanda
2013 Uruguay
13 Stati americani: Massachusetts, Connecticut, Vermont, New Hampshire, Iowa, New York, Maine, Maryland, Rhode Island, Delaware, Minnesota, Stato di Washington e California oltre alla capitale nazionale Washington, D.C.
Le unioni civili, comprese quelle omosessuali, sono riconosciute nei seguenti “paesi cristiani”:
2001 Germania
2002 Finlandia
2002 Argentina
2003 Svezia
2003 Croazia
2004 Lussemburgo
2005 Andorra
2005 Regno Unito
2005 Slovenia
2006 Repubblica Ceca
2007 Ungheria
2008 Grecia
2010 Austria
Ma saranno tutti peccatori e rovina-famiglia i cristiani di questi paesi?
O sono semplicemente più rispettosi dei diritti civili?
La Proposta di Legge n° 245 che contrasta l’omofobia e la transfobia punisce
RispondiElimina(art. 2) chi incita a commettere o commette atti di discriminazione e violenza o atti di provocazione alla violenza, per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o motivati dall’identità sessuale della vittima.
Non punisce chi esprime un’opinione negativa sulla razza, etnia, nazionalità, religione, identità sessuale.
Essa, inoltre, recepisce la Risoluzione del Parlamento europeo del 26 aprile 2007 sull'omofobia in Europa che
invita (art. 8.) tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso …
e (art. 5) sollecita la Commissione ad accelerare la verifica della messa in atto delle direttive antidiscriminazione e a istituire procedimenti contro gli Stati membri in caso di violazione dei loro obblighi a norma del diritto comunitario.
Norme antidiscriminatorie che menzionano esplicitamente l'orientamento sessuale sono in vigore in tutta Europa: Danimarca, Francia, Islanda, Norvegia , Paesi Bassi e Svezia in Austria, Belgio, Cipro, Finlandia, in alcuni Lander tedeschi, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Romania, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ungheria, Regno Unito, Repubblica Ceca, Serbia e Montenegro.
E’ forse in pericolo la libertà di espressione e di religione in tutti questi paesi europei?
O semplicemente hanno maggiormente a cuore la tutela dei diritti civili?
Una domanda. Ciò che c'è scritto nel post sopra, dove sono riportati i vari articoli/scritti/appelli è la posizione della lista civica Sulbiate Insieme? Nel caso non lo sia la vostra posizione è?
RispondiEliminaGrazie
posso avere una risposta alla domanda che ho posto nel commento sopra? grazie
RispondiEliminaTrovi la risposta nella NOTA DOTTRINALE
RispondiEliminacirca alcune questioni riguardanti
l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica
della Congregazione per la Dottrina della Fede, approvata dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II nell’Udienza del 21 novembre 2002 , decisa nella Sessione Ordinaria e pubblicata il 24 novembre 2002